Nel cuore pulsante dell’India del XXI secolo, una tempesta di indignazione si è sollevata nel 2020, scuotendo i fondamenti stessi del sistema agricolo indiano. Questa tempesta, nota come la “Rivolta dei Farmers” (Farmers’ Protest), ha visto milioni di contadini indiani unirsi in un coro unificato contro le nuove leggi agricole introdotte dal governo Modi. Le riforme agricole, presentate come un passo necessario per modernizzare il settore e aumentare l’efficienza, sono state invece percepite dai contadini come una minaccia esistenziale alla loro sussistenza e al tessuto sociale tradizionale dell’agricoltura indiana.
La rivoluzione agricola in India è stata caratterizzata da tre elementi principali:
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Liberalizzazione del mercato: Le nuove leggi miravano a eliminare il sistema di acquisto garantito (MSP) per i prodotti agricoli, lasciando ai contadini la libertà di vendere le loro merci sul mercato aperto.
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Deregolamentazione degli investimenti: Le riforme hanno consentito la maggiore partecipazione privata nel settore agricolo, aprendo la strada a grandi società multinazionali.
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Abolizione dei mercati all’ingrosso regolamentati (APMC): I contadini avrebbero potuto vendere i loro prodotti in qualsiasi mercato, senza essere obbligati a passare attraverso le strutture tradizionali dell’APMC.
I contadini indiani hanno reagito con forza alle nuove leggi, sostenendo che queste avrebbero portato a una maggiore sfruttamento da parte delle grandi aziende, alla diminuzione dei prezzi dei prodotti agricoli e all’indebolimento del sistema di sicurezza alimentare del paese. La preoccupazione principale era la perdita dell’MSP, visto come un pilastro fondamentale della loro sopravvivenza economica.
La “Rivolta dei Farmers” si è trasformata in uno dei più grandi movimenti di protesta nella storia dell’India indipendente. I contadini hanno organizzato manifestazioni di massa, scioperi e blocchi stradali lungo i confini della capitale indiana, New Delhi. Le immagini iconiche di trattori che attraversavano le strade e campi di tende improvvisati nei pressi della città hanno fatto il giro del mondo, attirando l’attenzione internazionale sulla causa dei contadini indiani.
Il governo Modi ha inizialmente respinto le richieste dei manifestanti, insistendo sull’importanza delle riforme per la crescita economica del paese. Tuttavia, di fronte alla persistenza e all’ampiezza della protesta, il governo si è visto costretto a negoziare con i leader degli agricoltori. Dopo mesi di trattative intense, il governo ha infine annunciato l’abrogazione delle tre leggi agricole contestate nel novembre 2021.
La vittoria dei contadini indiani nella “Rivolta dei Farmers” è stata salutata come un trionfo della democrazia e della resistenza popolare. La protesta ha dimostrato la capacità dei cittadini di unirsi e far sentire la propria voce, costringendo il governo a rivedere le proprie politiche. Tuttavia, il futuro dell’agricoltura indiana rimane incerto.
Le nuove leggi sono state revocate, ma i problemi strutturali che affliggono il settore agricolo rimangono:
- Frazione del reddito percepita dai contadini:
Periodo | Percentuale media del reddito nazionale percepito dai contadini |
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Anni ‘90 | 18% |
Anni 2000 | 15% |
Anni 2010 | 13% |
Come si può notare dalla tabella, il contributo dei contadini all’economia indiana è diminuito nel corso degli anni, mentre i loro redditi sono rimasti stagnanti.
- Mancanza di accesso a tecnologia e risorse: Molti contadini indiani, soprattutto in aree rurali remote, hanno accesso limitato a tecnologie moderne, credito agrario e infrastrutture adeguate.
- Cambiamenti climatici e imprevedibilità delle precipitazioni: La siccità, le inondazioni e altre calamità naturali stanno mettendo a dura prova la capacità dei contadini di produrre cibo in modo stabile e affidabile.
La “Rivolta dei Farmers” ha aperto una finestra importante sui problemi dell’agricoltura indiana, ma il cammino verso un futuro più sostenibile per i contadini indiani è ancora lungo e accidentato. La sfida ora è quella di trovare soluzioni innovative che favoriscano lo sviluppo rurale, la modernizzazione del settore agricolo e la tutela dei diritti dei contadini, garantendo loro una vita dignitosa e un’equa partecipazione ai frutti del progresso economico dell’India.
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